Domenica 27 novembre 2011 Prima Domenica D'Avvento

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IMG_0185.JPG“Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!”

  

 

 

 

Dal Vangelo secondo Marco  (13,33-37)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

 

 

Dio è colui che trasforma la storia e noi

 

Il profeta è colui che ha il coraggio di guardare in faccia anche la sventura, il fallimento, che chiama per nome il peccato: perciò il suo messaggio è sempre scomodo, sempre attuale, ma sempre in qualche modo fuori-luogo, spesso fastidioso per il popolo che ascolta. La lettura della prima domenica di Avvento ci presenta un fatto sorprendente: un popolo intero diventa popolo profetico, lasciandosi educare dal suo Dio, accogliendo la dura lezione della storia: “ti sei adirato perché abbiamo peccato contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli”. Il profeta dà voce a tutto il popolo, non solo all’amarezza, ma anche alla speranza, alla fiducia nell’azione di Dio: “se tu squarciassi i cieli e scendessi!”. L’invocazione del popolo avrà una risposta, nella domenica del Battesimo del Signore, in cui i cieli si aprono e lo Spirito si posa su Cristo, primogenito di un popolo rinnovato. Il riconoscimento del peccato e del fallimento, dunque, non conduce allo sconforto, ma ad una rinnovata fiducia in Dio, riconosciuto come “Padre”, come colui che ha il potere di riformare e rigenerare il popolo, come un artigiano che ripara ciò che è stato rotto: “noi siamo argilla, e tu colui che ci plasma”.  L’immagine dell’argilla non rimanda ad un potere assoluto, ad un destino imperscrutabile per cui la divinità fa e disfà la creatura umana a suo arbitrio e piacimento: rimanda piuttosto all’atto creativo, secondo l’antica concezione ebraica: l’uomo formato dalla “polvere del suolo”. Nella schematica semplicità del racconto della Genesi si rivela una profondità insospettabile: la creatura umana è fragile, come la polvere della terra; eppure Dio le dona “un alito di vita”, le dona uno spirito di libertà. Dio forma l’uomo e la donna perché siano liberi e responsabili, ed esercitino la loro libertà nel mondo, come vediamo nel vangelo, in cui il padrone di casa, prima di partire  “ha dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito”. L’azione educativa del creatore della storia, del Padre celeste, consiste, dunque, nel ridonare libertà e responsabilità all’uomo e alla donna che ha creato, nel permettere di nuovo che l’umanità viva un percorso di autentica libertà. Gesù lo annuncia nel vangelo con la parabola del padrone e dei servi: essi ricevono un incarico di fiducia, che esige accortezza e affidabilità. Per tutto il tempo che il padrone è assente, sono essi i custodi della casa. Paolo scrivendo ai Corinti fa notare la sovrabbondante fiducia di Dio, che ci ricolma della sua grazia: “in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza”. E assicura: “egli vi renderà saldi sino alla fine”: la chiamata di Dio non è un fatto occasionale e sporadico, ma si estende nel tempo, e chiede saldezza e costanza. La libertà umana, infatti, si esercita nel tempo: non quello istantaneo, appiattito sul presente, ma il “kairos” che sta in relazione con il passato e il futuro: suppone la gratitudine e l’esperienza del passato, l’attenzione al presente, la tensione al futuro. In una parola Gesù esprime il rapporto con il tempo con l’invito alla vigilanza, ad una capacità operosa di attesa che non rimane nell’ambito della comunità cristiana, ma può essere testimoniato ad ogni uomo:  “Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!”. Il credente è quindi una persona che conosce il valore del tempo, in tutte le sue dimensioni. Guidato dallo Spirito  di Cristo, egli è capace di vedere lontano, di predisporre un futuro per tutti. Ciò a cui è chiamato il discepolo non riguarda lui solo, ma anche chi non fa parte della Chiesa: la comunità cristiana, con la sua presenza, ricorda ad ogni popolo, ad ogni terra in cui vive, la sua dignità e responsabilità, la sua apertura al futuro. La preghiera del popolo profetico e l’annuncio evangelico riaprono dunque alla speranza: Dio è all’opera, anche in una storia che ad occhi superficiali sembra assurda e inconcludente; anche gli eventi più sconcertanti possono essere letti  come un mezzo per essere risvegliati, scossi dall’indifferenza, e restituiti alla vera libertà e responsabilità. In un tempo in cui la crisi economica mostra il limite di una ingenua pretesa di onnipotenza e sviluppo illimitato, fondato su pilastri inconsistenti di sfruttamento e debito, ogni credente è chiamato a ritrovare “il suo compito”, il suo posto, il suo punto di osservazione e di guardia, per riaprire a tutti le vie della speranza, e per essere pronto ad accogliere il Signore.

 

 

 

 

I SETTIMANA DI AVVENTO

(28 novembre - 3 dicembre) Liturgia delle Ore: I Settimana   

28 L Andiamo con gioia incontro al Signore. La fede di un centurione romano diviene il simbolo dell'apertura universale del nuovo messaggio che Gesù annuncia. Il Vangelo non avrà confini né geografici, né etnici, né religiosi. Is 2,1-5; Sal 121,1-4ab.6-9; Mt 8,5-11.

29 M Nei suoi giorni fioriranno giustizia e pace. Beati i nostri occhi che possono vedere Gesù in relazione con la Trinità santa. Egli esulta di gioia nello Spirito Santo e così può esprimere parole di lode al Padre, in piena intimità con Lui. Is 11,1-10; Sal 71,1-2.7-8.12-13.17; Lc 10,21-24.

30 M Sant'Andrea apostolo. Festa (rosso). Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio. Pescatore come suo fratello Pietro, anche Andrea è chiamato da Gesù. Ogni chiamato deve lasciare subito tutto il resto e mettersi decisamente sui passi del Signore. Rm 10,9-18; Sal 18,2-5; Mt 4,18-22.

Appuntamento:

ore 16,00 incontro Gruppo di P. Pio

1 G Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Per costruire saggiamente sulla roccia e non sulla sabbia, non basta ascoltare le parole del Signore ma occorre tradurle in pratica, cioè in pensieri, parole ed opere. Is 26,1-6; Sal 117,1.8-9.19-21.25-27a; Mt 7,21.24-27.

2 V Il Signore è mia luce e mia salvezza. Signore, fa' che si aprano anche i nostri occhi per riconoscerti, nella fede, come il Figlio di Davide venuto per noi uomini e per la nostra salvezza. Is 29,17-24; Sal 26,1.4.13-14; Mt 9,27-31. Primo Venerdì.

3 S San Francesco Saverio, sacerdote. Memoria (bianco). Beati coloro che aspettano il Signore. Attraversamento di città e villaggi, annuncio e guarigioni: ecco le attività missionarie di Gesù che coinvolgono profondamente la gente e che egli affida anche a chi si fa suo discepolo. Is 30,19-21.23-26; Sal 146,1-6; Mt 9,35 – 10,1.6-8

Novena dell’Immacolata

Martedì 29 iniziamo la novena in preparazione alla Solennità di Maria SS. Immacolata.

Da martedì ogni sera nella Chiesa dell’Immacolata:

Ore 17,45 Canto dello Stellario

                 e Celebrazione del Vespro.

Ore 18,30 Santa Messa.

01 dicembre

Ore 16,30 Esposizione Eucaristica e Adorazione

Ore 17,45 Celebrazione del Vespro

                 e Benedizione Eucaristica.

Durante l’Adorazione il Sacerdote sarà a disposizione per le Confessioni.

03 dicembre.

Ore 18,30 Santa Messa.

Ore 19,00 Traslazione dell’Immagine dell’Immacolata

                  in Chiesa Madre.

 

In Parrocchia

Cenacoli nelle Famiglie.

La docilità allo Spirito porta necessariamente una comunità a rinnovarsi! I Cenacoli Familiari sono una modalità attraverso la quale la famiglia, Chiesa Domestica, riscopre la propria identità cristiana che si manifesta nel vissuto familiare ordinario. I Cenacoli del Vangelo sono gruppi di persone che si radunano nelle case per riscoprire il messaggio cristiano in stretto rapporto con i problemi della vita, per riscoprire la propria identità cristiana e aprirsi alla dimensione comunitaria della vita cristiana.

Chi desidera accogliere nella propria famiglia l’esperienza del cenacolo lo faccia sapere entro la Solennità dell’Immacolata al Parroco.

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                                                                                Missione Popolare

 

In Primavera sarà il tempo forte della Missione Popolare. "La missione é l'annuncio straordinario della Parola di Dio proclamata da una comunità profetica che, nella potenza dello Spirito santo e per mandato della Chiesa, chiama ogni uomo alla conversione allo scopo di rifondare o far crescere la comunità cristiana, così che da evangelizzata diventi evangelizzatrice".

Preghiera per la Missione Popolare

O Dio, Padre di misericordia  che ti sei reso visibile

per mezzo di Gesù Cristo, donaci nel Suo nome il tuo Santo Spirito  per essere da te plasmati , trasformati e santificati.

Apri i nostri cuori per accogliere con semplicità e gioia la grazia della Missione Popolare.

Illumina  le nostre menti per gustare la Sapienza della tua Parola.  

Donaci la grazia di servirti nell’unità ed essere,

un cuor solo e un’anima sola così da  risvegliare

il dono della fede, della speranza, della pace e della gioia.

A te affidiamo, o Signore, la prossima missione,

rendici  veri testimoni del tuo amore;

che il coraggio degli apostoli sia in noi,

per aver così la forza di annunciare con gioia Cristo Risorto.

O Vergine Maria del Soccorso, nostra Patrona,

intercedi per i tuoi figli per poter essere

segno e presenza visibile di Gesù Cristo nostro Signore.

Amen!

 

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